Chips/ASML: il divieto olandese lascia la Cina inequivocabilmente sprovvista
Quando due superpoteri cadono, i poteri minori scelgono da che parte stare. I Paesi Bassi sono gli ultimi a farlo, poiché la tecnologia mondiale si biforca tra Stati Uniti e Cina. Il governo olandese ha proposto restrizioni di sicurezza nazionale sulle esportazioni di tecnologia dei chip. Ciò lo allinea con gli Stati Uniti, la cui posizione anti-cinese ha slancio in occidente.
Le proposte non nominavano ASML. Non ne avevano bisogno. Tutti sanno che l’azienda olandese è il più grande fornitore di apparecchiature per chip avanzate al mondo. La dipendenza dei produttori cinesi dall’ASML è aumentata a ottobre, quando gli Stati Uniti hanno vietato le esportazioni del proprio kit avanzato.
I cordoli olandesi richiederebbero alle aziende di richiedere licenze per esportare le loro tecnologie. Questi includerebbero “DUV” o sistemi di litografia ultravioletta profonda, che creano piccoli modelli essenziali per le prime fasi della produzione di chip.
Le macchine ASML dominano la produzione mondiale di chip. La Cina rappresenta il 15% delle sue vendite. Ma il danno di prima linea sarebbe di breve durata. L’azienda ha un portafoglio ordini di oltre un anno. La domanda persa dalla Cina verrà sostituita rapidamente quando i produttori di chip globali inizieranno la costruzione di nuovi impianti nei prossimi mesi. Quest’anno, le vendite nette di ASML dovrebbero crescere al doppio del ritmo del 2022.
Tuttavia, il divieto olandese avrebbe conseguenze disastrose per le aziende cinesi di chip. Le loro possibilità di realizzare i chip più avanzati senza macchine ASML sono minime. Anche le apparecchiature ASML installate presso gruppi cinesi come Semiconductor Manufacturing International Corporation potrebbero diventare meno utili. ASML ha venduto loro macchinari per un valore di oltre 8 miliardi di euro in un decennio. Se le restrizioni olandesi precludessero l’assistenza e il supporto, i clienti cinesi subirebbero un ulteriore colpo.
Le azioni SMIC si sono mosse poco nell’ultimo anno nonostante i freni statunitensi. Un calo del 60% rispetto a un picco del 2020 ha prezzato gran parte del danno all’inizio. Ma le azioni continuano a essere scambiate a 23 volte gli utili a termine, il 50% in più rispetto al TSMC di Taiwan. Aspettatevi che quel forte premio diminuisca parallelamente al residuo supporto occidentale per la tecnologia cinese.
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