Uno sguardo alle nuove riforme strutturali della Cina
I legislatori cinesi hanno annunciato riforme strutturali radicali ai principali organismi di regolamentazione del paese, dalla finanza ai big data.
Ecco alcuni dei principali cambiamenti annunciati nei giorni scorsi al Congresso nazionale del popolo (Anp) a Pechino:
– Rimpasto del ministero della Scienza e della tecnologia –
Il Ministero della Scienza e della Tecnologia cinese sarà riorganizzato, secondo i piani diffusi dal Consiglio di Stato, riversando maggiori risorse nella produzione e nella ricerca mentre Pechino spinge per l’autosufficienza di fronte ai tentativi stranieri di “contenimento e repressione”.
Il rimpasto mira ad aiutare la Cina a raggiungere l’autosufficienza nei settori ad alta tecnologia che sono recentemente diventati oggetto di una feroce concorrenza globale, come i semiconduttori e l’intelligenza artificiale.
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La supervisione sarà rafforzata anche attraverso la Commissione centrale per la scienza e la tecnologia, un nuovo organismo che “aumenterà la leadership del Partito nel settore”, secondo un rapporto del media statale China Daily.
– Un nuovo National Data Bureau in Cina-
Pechino vuole anche istituire una nuova istituzione incaricata di gestire le risorse digitali, precedentemente supervisionata da un mosaico di agenzie di regolamentazione.
Il National Data Bureau (NDB) sarà incaricato di “coordinare e promuovere la costruzione di infrastrutture di dati”, nonché “l’integrazione, la condivisione, lo sviluppo e l’utilizzo delle risorse di dati”, ha affermato Xiao Jie, il nuovo segretario del Consiglio di Stato- generale.
Dopo aver cercato a lungo di aumentare la competitività internazionale della Cina nell’arena digitale, questa nuova istituzione aiuterà Pechino a sfruttare le vaste quantità di dati generati da 1,4 miliardi di persone nel paese.
Dichiarazioni pubbliche delle autorità indicano che all’NDB sarà concesso un ampio raggio d’azione, anche se si prevede che le responsabilità relative alla sicurezza digitale rimarranno sotto le spoglie dell’amministrazione del cyberspazio cinese.
– Maggiore controllo finanziario –
Un’altra importante riforma annunciata è l’istituzione di un nuovo organismo centralizzato di regolamentazione della finanza, in sostituzione dell’attuale China Banking and Insurance Regulatory Commission.
Il nuovo watchdog mirerà a razionalizzare il controllo delle autorità sul settore finanziario, chiudendo le scappatoie normative tra le istituzioni esistenti e portandole sotto la diretta competenza del Consiglio di Stato.
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Pechino ha svolto un ruolo più proattivo nella gestione della finanza interna sulla scia dei gravi rischi per l’economia cinese che sono stati esposti negli ultimi anni, tra cui un settore immobiliare in crisi e il peggioramento dei rapporti commerciali con l’Occidente.
Il nuovo organismo di regolamentazione dovrebbe assistere le autorità nei loro recenti sforzi per frenare i titani del business cinese.
– Accelerazione del processo legislativo cinese –
Il parlamento cinese ha anche approvato riforme che consentono al Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo – il nucleo di governo della legislatura – di emanare leggi dopo una sola sessione di revisione, secondo Xinhua.
Gli emendamenti alla Legge Legislativa accelererebbero il processo legislativo in determinate circostanze di emergenza, sebbene non siano stati ancora resi pubblici i dettagli relativi al tipo di situazioni che si qualificherebbero.
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